Alan Scuro – Episodio XLI – Collezionismo sfrenato

(Nell’episodio precedente, Lira è partita con Aiello per il Cosmo di Nessuno e ora sta inseguendo l’Intertarlo sospesa fra spazio e tempo. Intanto però, sulla Terra…)

Quando al telegiornale il direttor Mentolo diede la notizia della partenza di Lira per il Cosmo di Nessuno, Orione non poteva crederci. In groppa al robottone bianco del Prestabilito americano, era volata via per sempre dalla sua vita come se ne va un giorno qualunque.

Orione aveva ricevuto nemmeno un ciao per messaggio e per non ammazzarsi aveva deciso di passare tutto il pomeriggio alla Fumetteria Pascal, in compagnia del suo fidato amico Mido. Roberto Midoni.

Lei non gli doveva nulla, Orione non era il suo ragazzo. Ma fin dall’infanzia erano stati migliori amici e poi c’era stato quel velocissimo pomeriggio fra le lenzuola dei suoi e tutto era andato in malora. L’amava? Voleva possederla di nuovo? Aveva paura di non trovare di meglio perché era un ciccione? L’amava?

Girovagando tra gli scaffali della Fumetteria Pascal, sotto ai poster di eroi e magiche incantatrici che quegli eroi spronavano alla battaglia, Orione si chiedeva dove Lira stesse volando con quell’Aiello Lightbeam, magro, eroico e intelligentissimo cosmonauta, mentre lui, Orione il ciccione, era relegato nel posto più sfigato della sua piccola città con Mido, un essere mingherlino e nervoso, nonché ladro di fumetti ecchi. (*Ecchi: velatamente erotici)

Mido come sempre indossava la sua maglietta preferita, quella con la waifu Misa Amaki, una ragazza di quindici anni del liceo Tsujido di Tokyo. Con occhioni castani e un sorriso disegnato da solamente un trattino concavo, Misa aveva stregato Mido dal primo fotogramma del cartone dov’era la protagonista e senza nemmeno dover ricorrere alla sua terza, dimensione. L’anime ecchi era Hanaichimonme no katana, forse il peggior fumetto e cartone mai creato dall’animazione nipponica, nonostante la prosperosità disarmante delle sue eroine.

– Orione, dai, tirati su… – disse Mido all’amico tenendo in mano l’ultimo numero di Hanaichimonme no katana. – Perché non leggi qualcosa. Guarda, nel volume centoquarantacinque Misa Amaki combatte contro il demone toro Tororaku. Guarda che ascia gigantesca che ha Tororaku!

Mido aprì il tankobon (*fumetto) a pagina 3 e lo schiaffò sotto al naso di Orione, rimasto del tutto indifferente, poi continuò entusiasta: – Ma nonostante l’ascia bifronte che la minacciava, Misa, brandendo la sua Spada del Fiume di Petali taglia la testa a Tororaku e salva i suoi compagni di classe dalla prigione infernale dove il demone li aveva rinchiusi e seviziati.

– Poi com’era finita contro il demone trota Trotaku del volume centoquarantaquattro? – chiese Orione respingendo il fumetto.

– Mamma mia Trotaku, – si animò Mido, – che tridente gigantesco che aveva. Eppure Misa, con la sua Spada del Fiume dei Petali gli ha tagliato quella sua testa enorme da pesce lesso, salvando i suoi compagni di classe dalla prigione sottomarina dov’erano stati rinchiusi, e seviziati, dal cattivo.

– Invece col demone falco Falcaku del volume centoquarantatré?

– Allora, ma te l’avevo già raccontato! In pratica i compagni di classe di Misa Amaki erano stati portati in volo da Falcaku nel suo nido sulle montagne infernali, e là, li aveva rinchiusi e seviziati. Ma Misa, con la sua Spada del Fiume di Petali… Aspetta un momento… Orione, sei uno stronzo!

Mido ci aveva messo un po’, ma alla fine aveva capito. Orione con le sue domande stava velatamente screditando il suo fumetto preferito, sostenendone l’evidente ripetitività di trama.

– Nemmeno a fare così, però, Orione – disse Mido sbattendo il fumetto sul tavolo da gioco, per poi avvicinarsi furioso al faccione dell’amico. Era minaccioso come il demone furetto Furettoku. – È da quando Lira se n’è andata che fai così. Gli altri non ti sopportano più. L’altra sera a D&D hai fatto piangere il barbaro e per questo ieri è anche uscito dal gruppo. Ti sono rimasto io, Orione, ma se offenderai un’altra volta Hanaichimonme no katana non so se…

– Hanaichimonme no katana è una merda, persino il nome è impronunciabile – disse Orione aprendo un pacchetto di patatine fritte ad anelli, al nuovo gusto cipolla e coriandolo.

– Va’ al diavolo, Orione.

– Al Diavoloku?!

Mido uscì furibondo dalla Fumetteria Pascal senza salutare e senza pagare il fumetto. Vedendolo fargli il dito medio dalla vetrina, Orione, in cuor suo dispiaciuto, alzò lo stesso la testa e strinse le labbra in una mussoliniana smorfia sprezzante. Il suo ultimo amico stava lasciando per sempre la sua vita, inseguito dal dolore dell’offesa subita e dall’uomo dei fumetti. Ma a lui non interessava. Dopo che Lira era partita Orione aveva allontanato allo stesso modo tutti i suoi compagni di mille avventure, seppur immaginarie, offendendo, va detto, non senza remore, ciò che ognuno di loro amava di più. Si era chiuso in se stesso, Orione il ciccione, trovandovi, ovviamente, un sacco di spazio utile.

L’uomo dei fumetti rientrò affranto: – Mido mi è sfuggito un’altra volta, Orione.

– Senti un po’ qua – disse Orione al commesso allungandogli il pacchetto di patatine, – senti che odore di marcio. Perché è da un po’ che vendi tutte schifezze al coriandolo. Patatine al coriandolo, noccioline al coriandolo, merendine al coriandolo.

– Fa sentire… Bleah, è perché con questa invasione di cimici le industrie non riescono a debellarle e si sono messe a macinarle con gli ingredienti facendo finta di niente. Poi le spacciano per la spezia meno usata e al contempo più simile al tanfo maleodorante delle maledette. Repost ci ha fatto un servizio su Ray 3 l’altra sera, non l’hai vista?

– Non guardo la televisione, ho diciassette anni. Comunque sa tutto di coriandolo, prova ad annusare l’ultimo numero di Hanaichimonme no katana.

– Ma non l’aveva rubato Mido?

– Gliel’ho scambiato col primo numero di Alan Scuro, Il robottone. Tanto non piace a nessuno.

– Ma non eravate amici voi due?

– Sì, eravamo.

Sergio il fumettaro aveva sui quaranta. I capelli crespi e ondulati raccolti in una sconclusionata coda e il pizzetto ingrigito, uniti al suo sguardo perennemente torvo, lasciavano trasparire dell’inquietante, come se la sua natura lo facesse appartenere all’inferno piuttosto che al bancone pieno di carte collezionabili di una fumetteria.

Era goffo nei sentimenti e nel trasmetterli, Sergio, perché quando aveva l’età di Orione essere un nerd era forse l’onta peggiore che potesse macchiare la percezione altrui di un uomo, e di conseguenza il fumettaro di Fermo non aveva mai imparato a relazionarsi, perlomeno con esseri a tre dimensioni. Tuttavia, cosciente di questo Sergio cercava di farsi piacere, imbastendo quando poteva discorsi sull’amicizia tratti dalle storie che aveva letto da ragazzo e che ora cercava di vendere ai suoi pochi clienti, anche se, dal tono rauco della voce e dal suo sguardo solfureo, Sergio lasciava sempre trasparire come se a casa, nel seminterrato, avesse un posticino nel congelatore, tutto per te.

Anche quel giorno, avendo visto i due amici litigare, Sergio aveva deciso di provarci: – Orione, qualunque cosa ti sia accaduta non devi rinunciare ai tuoi amici. Non isolarti dal mondo che ti è sempre stato vicino solo perché pensi non ti serva più. Vedrai, il potere dell’amicizia saprà aiutarti quando meno te lo aspetterai e proprio quando il boss finale starà lì lì per ucciderti ne riscoprirai l’importanza. Vedi, io amici non ne ho mai avuti, né ragazze, ma vedendovi venire sempre qui ho sentito come di averne. Di amici, intendo…

– Il problema è una ragazza – disse Orione mangiando una patatina alle cimici.

– Una ragazza?! – sgranò gli occhi rossi il fumettaro. – Tu avresti una ragazza?! Ma fai schifo!

– Grazie, Sergio, tranquillo non ce l’ho più. O forse non l’ho mai avuta veramente. Comunque da domani comprerò i fumetti su Amacon.

– No, nel senso che sei nerd e grasso… Come hai fatto a trovarti una ragazza?! Ai miei tempi nemmeno ti guardavano se eri come noi… Ma buon per te… Una ragazza. Tu. Incredibile. Vi auguro ogni bene… Maledetto ciccione. Felicitazioni!

Il fumettaro si alzò borbottando “E ci fa pure il malinconico” per poi salire nervosamente sulla scaletta a libretto. Usando due dépliant promozionali di Alan Scuro, Sergio si mise a decimiciare gli scaffali di manga dalle cimici rinsecchite che vi erano andate a morire. Lo rilassava.

Poi tintinnò il campanello della porta e Orione si voltò inforcando l’ultima patatina, che gli cadde. Non era Mido, bensì un muscoloso uomo imparruccato ma con una naturale barba a cornice di bocca. In viso assomigliava vagamente a Sergio, tuttavia le sue gambe massicce e pelose spuntavano dalla gonna della divisa del liceo Tsujido di Tokio, alla quale aveva agganciata una lunga katana cremisi. Era vestito da Misa Amaki, la paladina di Hanaichimonme no katana, e, in una mano, teneva ben salda una misteriosa valigetta.

Fu in quel momento che la vita di Orione cambiò per sempre. E Lira venne presto dimenticata.

(Continua…)

L’Episodio XLII di Alan Scuro – Cimici di qua, cimici di là, Chimichanga Dam! Non so ancora il titolo ma forse sarà semplicemente Collezionismo sfrenato (Seconda parte) – verrà pubblicato, sempre qui, il giorno 24-10-2023, alle ore 00:00. O comunque in giornata perché la sera prima ho un corso e il grosso del lavoro qui lo faccio il giovedì notte. Tipo adesso sono le due e tredici. Buonanotte.

Grazie per il vostro tempo. L’autore, Francesco Maurizi

(La storia, i luoghi e i personaggi di questo e di tutti gli altri racconti presenti in questo sito, sono frutto della fantasia dell’autore degli stessi, Francesco Maurizi, e come tali, sono protetti dal diritto d’autore.)

Il racconto è finito, per ora. Grazie per il tuo tempo e, se ti va, condividilo!

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