(Nell’episodio precedente, un uomo barbuto è entrato nella Fumetteria Pascal vestito da waifu e con in mano una misteriosa valigetta. Intanto però, nel Cosmo di Nessuno…)
“Quando terminò la costruzione della primissima Muraglia Cinese, gli operai presenti furono scossi da un terribile terremoto e poi vennero arsi vivi. Non sapevano di aver appena costruito la pista di atterraggio del robottone Muraglia-Tob, e di quanti danni quel dragone sputafuoco potesse causare atterrando.” – Antichissima iscrizione cinese del periodo Ming-Hia.
La Prestabilita dai capelli a caschetto Huǒ Zhǐ Nǚ (火纸女), ancheggiando lentamente la sua aderente divisa metallizzata a bande rosse, percorreva il lungo corridoio destro del robottone Muraglia-Tob. Anche quel giorno si era messa il suo profumo alla pesca e tutto il suo robottone sapeva di lei, anche se nessuno poteva sentirlo.
L’atmosfera era quella dell’attimo più duro della battaglia. Il rosso predominava, oltre che l’esterno, anche l’interno del colosso meccatronico, e veniva acceso dalle fiammate di Fuoco Stellare che il robottone a forma di drago cinese, a ripetizione, stava scagliando contro le cimici dirette al Varco.
Tuttavia ogni volta che la ragazza arrivava al cannone successivo si chinava su di esso, piegava in avanti il ginocchio sinistro e allungava indietro la gamba destra. Poi controllava qualcosa sullo schermo verde fosforescente della bombarda presa in esame, vi settava qualche miglioria, si ridestava e andava oltre in tutta calma, verso il prossimo di mille cannoni. Il suo sguardo al latte di mandorle era risoluto e senza un velo di spavento per l’infuriare avverso dello scontro in atto là fuori.
La calma con la quale Huǒ Zhǐ affrontava ogni scontro era il prodotto del suo terribile passato. I genitori di Huǒ Zhǐ, nonostante anche il padre fosse un Prestabilito con accesso ai capitali infiniti della Dam, non rinunciarono mai al loro ristorante cinese Flangifuoco da mille posti, perché prima di rilevarlo lì si erano conosciuti e perché erano convinti che vivere senza lavorare non fosse onorevole. Tuttavia il padre di Huǒ Zhǐ, se non a ottobre, non c’era mai e chi si doveva occupare della cucina e dei mille coperti erano proprio Huǒ Zhǐ, sua madre e le sue cinque sorelle, nate a ripetizione nell’infruttuoso tentativo di generare un maschio.
Quando Huǒ Zhǐ aveva solo sedici anni suo padre morì. Le dissero che era morto in battaglia ma non era la verità. In quell’anno, il Prestabilito cinese di ritorno dal Cosmo di Nessuno si era inginocchiato davanti alla sede artica della Chimichanga Dam e dopo essersi cosparso di olio di semi di girasole di scarsa qualità si era dato fuoco. Non aveva retto il disonore di aver messo al mondo l’ennesima femmina, la sesta sorella minore di Huǒ Zhǐ.
Ironia della sorte, fu per questi eventi che l’organizzazione sovranazionale di difesa terrestre Chimichanga Dam si convinse a far combattere anche le Prestabilite femmine, infrangendo per la prima volta uno dei tre dogmi ancestrali che credeva impossibili da eludere. I Prestabiliti devono avere diciassette anni, essere maschi ed essere figli di un Prestabilito.
Quando la madre di Huǒ Zhǐ le disse che avrebbe dovuto prendere il posto del padre sul robottone da combattimento Muraglia-Tob, Huǒ Zhǐ smise di pensare al lutto e prese a saltellare di qua e di là per la cucina del ristorante, piangendo amaramente di gioia nel far risuonare i wok con le bacchette di legno e nel lanciare in aria ciotole su ciotole di riso che nemmeno a un matrimonio.
Seppur aveva perso il padre in battaglia, Huǒ Zhǐ, una femmina, avrebbe potuto vendicarlo e non avrebbe più sentito il tintinnio del campanello delle cucine che nei giorni di pienone continuava dopo il lavoro a tormentarla nei sogni, non avrebbe più puzzato costantemente di salsa di soia e di maiale caramellato, oltre che di gamberi e olio fritto, ma soprattutto non avrebbe più dovuto portare forchette a quegli irrispettosi clienti occidentali che la chiamavano coi nomi dei personaggi femminili degli anime, sui quali avevano fantasticato da ragazzini.
Nella sua nuova prigionia galattica Huǒ Zhǐ sarebbe stata finalmente libera dal chiasso penetrante del suo ristorante cinese per occidentali, nel silenzio infinito che irradia il cosmo intero senza mai chiedere una forchetta o mancarti di rispetto.
L’unica pecca del Cosmo di Nessuno sarebbe stato proprio Alan Scuro, perché prima di andarsene in pensione per sfotterla la chiamava Oh Zi’, come quando in Italia si richiama l’attenzione di un amico chiamandolo “zio”. Un comportamento alquanto disdicevole da parte sua.
Arrivata alla bombarda numero 999, vicina alla coda del drago, Huǒ Zhǐ si accorse che anche questa non stava sparando e che sullo schermo fosforescente era presente solo il simbolo della Chimichanga Dam, il solito alieno ciclope colpito da quattro missili, ma in un’espressione che per l’occasione risultava sconfortata.
– Mind Secret, mi ricevi?! Sono Huǒ Zhǐ.
– Ti ricevo, lupacchiotta. Perché stai diminuendo il Fuoco Stellare? Non vedi come sono messi i nostri?
– Mi dispiace, ma è la terza volta che ricontrollo tutte le bombarde e ogni volta che lo faccio ne trovo altre rotte.
– Non puoi fare qualcosa, Huǒ Zhǐ? I tuoi compagni là fuori sono allo stremo. Bobik ha quasi finito il pesticida e sta tornando al Settore 7 per mettere in salvo il suo robottone. I suoi scimpanzé con gli UFO-Pentola si stanno sacrificando uno dopo l’altro per permetterglielo… Inoltre Zeus e Arte-Tob sono letteralmente stretti fra le tue bocche di fuoco e le Cimiciccione in avanzata.
– Attualmente, – disse Huǒ Zhǐ contando con le dita e guardando in alto, – ho 255 cannoni su mille fuori uso e per compensare sto di volta in volta aumentando la potenza degli altri al massimo. Il problema è che così facendo anche gli altri si rompono. Anche al ristorante di papà se una delle mie sorelle stava male, quella che si sobbarcava i suoi tavoli si ammalava il giorno dopo. E così via. Fin quando non rimanevo da sola e senza potermi permettere nemmeno di lamentarmi.
– Cerca di resistere. Sei l’ultima barriera dell’umanità! – disse Mind Secret prima di uno scossone che fece ballare tutti i Secret presenti nell’astronave Matron. – Aspetta, Huǒ Zhǐ. Cos’è stato, One Secret? – chiese Mind a un suo sottoposto che Huǒ Zhǐ non poteva sentire. – Sei un idiota, One. Siamo nel punto dell’universo più lontano dalla Terra! Come può esserci stato un terremoto?!
– Ma tutto a posto?
(Continua…)
Contenuti speciali:
- Oh, Zi’!
- Alan non fai ridere nessuno…
- Oh, Zi’, perché non mi rispondi?!
L’Episodio XLIII di Alan Scuro – Bella non è – verrà pubblicato, sempre qui, il giorno 01-12-2023, alle ore 00:00.
Grazie per il vostro tempo. L’autore, Francesco Maurizi
(La storia, i luoghi e i personaggi di questo e di tutti gli altri racconti presenti in questo sito, sono frutto della fantasia dell’autore degli stessi, Francesco Maurizi, e come tali, sono protetti dal diritto d’autore.)
- Oh, Zi’!